Boezio: musica del macrocosmo e del microcosmo

Boezio e la musicaIl filosofo romano Boezio, vissuto tra il V e il VI secolo, influenzò molto il mondo cristiano del medioevo attraverso le sue opere, tra cui troviamo anche il “De institutione musica”, il cui soggetto è appunto l’arte dei suoni.

 

Pochi anni prima,Sant’Agostino trattò della musica in diversi termini, più pratici all’inizio della sua conversione e più “alti” e “divini” in periodo di maturità. Anche Boezio compie distinzioni, descrivendo tre differenti tipologie di musica.

Bisogna premettere che all’epoca di Boezio si era soliti discernere tra un concetto più intellettuale di musica e uno più pratico, riferendosi col termine di “scienza” al primo, che assume un livello più alto, e rilegando a un ruolo subalterno la musica eseguita dagli uomini, soprattutto quella strumentale. Infatti il vero musicista non era tanto chi suonava, “ma chi ha acquistato la scienza del canto a ragion veduta, senza subire la schiavitù della pratica e con la guida della speculazione” (Boezio).

L’opera “De institutione musica” è fondata sugli elementi armonici (“Armoniche”) di Tolomeo e un’opera perduta di Nicomaco, da cui derivano una meticolosa descrizione del sistema musicale greco e dell’armonia delle sfere, presenti in essa. Costituisce così una summa della filosofia e delle teorie musicali elleniche la cui autorità si mantenne ininterrotta fino al XV secolo.

La classificazione della musica contenuta nell’opera è molto interessante: abbiamo una musica mundana (o naturale) che è quella del macrocosmo (l’armonia delle sfere), che non possiamo udire per l’imperfezione del nostro orecchio; la musica humana è quella del microcosmo, ossia dell’anima umana, anch’essa inudibile può essere intesa solo discendendo in se stessi; infine la musica instrumentalis è quella pratica, che cerca di imitare le altre due, ma rimane a un livello di pura imperfezione.

Da questa esposizione di Boezio possiamo capire il ruolo importante dei sensi nell’ascolto della musica. Il problema, come sostenevano spesso gli antichi, è la loro fallibilità. L’orecchio è un importante strumento, ma alla fine è la ragione a giudicare, per cui “Il senso dell’udito è una specie di primo gradino sulla via della conoscenza, anche se poi spetta alla ragione il completamento del processo cognitivo” (Marenco).

by Wenz

 

Bibliografia:

La classificazione di Boezio (http://www.medioevo.com)

Boezio, De institutione musica

G. Marenco, Dall’antichità al Medioevo: Boezio e Cassiodoro (http://digilander.libero.it/salop/esteticamusicale3.htm)

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