Hegel e la musica

pensiero musicale di Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel è stato un filosofo tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell’idealismo sviluppatosi in Germania. È autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale.

 

In particolare, ha sviluppato un concetto di mente o spirito, che si manifestano in una serie di contraddizioni e di opposizioni ma in ultima analisi  si integrano, senza eliminarsi o ridurre ne l’una ne l’altra.

Riguardo alla musica, l’atteggiamento di Hegel è più o meno quello che egli ha per tutta l’arte in generale, ma ancor più accentuato, visto che la musica è considerata dal filosofo come arte “tout-court”. A questo riguardo possiamo riscontrare interesse e amore, ma non privi di riserve. Il sospetto nasce dal fatto che la musica è un’arte intraducibile a parole, lontana perciò dalla filosofia, e inoltre permane la diffidenza verso ciò che è godimento estetico, “l’indeterminato e vago” che sono caratteristiche intrinseche proprio della musica.

Nondimeno vi è un apprezzamento di Hegel per le caratteristiche spiccatamente “romantiche” della musica, che è valutata positivamente rispetto alla poesia e alla pittura, le quali sono superate, la prima in direzione della filosofia, la seconda è in epoca di decadimento dopo lo splendore medievale e rinascimentale. In questo senso la musica incarna “la morte dell’arte”, poiché ne è l’emblema in quel periodo nel quale l’arte non può più dire nulla, in cui è solo l’elemento estetico a rimanere preponderante. Il destino della musica è quindi legato alla parola, che ne rappresenta il sostegno e il futuro, ma anche un ostacolo a quella sua emancipazione puramente estetica della musica strumentale.

In questo concetto vi è la premessa per l’epoca di grande successo dell’opera nella seconda metà dell’ottocento, con gli operisti italiani e Wagner. Chissà come l’avrebbe interpretata Hegel questa stagione musicale?

by Wenz

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