Gli universi paralleli e la Baghavad Gita

universi paralleli, uomo e realtàLa realtà è molto più complicata di come possiamo pensare, e la percezione che ne abbiamo ne è una semplificazione enorme. Anche solo riuscire a elaborare tutti gli stimoli visivi che ci offre un nuovo panorama, è troppo impegnativo per la nostra mente, e così il cervello ha sviluppato dei meccanismi per velocizzare questo processo, andando ad attingere a immagini già presenti nella nostra memoria. In questo modo quello che vediamo non è esattamente quello che c’è, ma uno schema che lo descrive in maniera molto più semplice.

 

Anni fa, leggendo un libro sulla fisica quantistica, fui molto affascinato dai suoi fondamenti e da come essi non si allontanavano molto dalla concezione della realtà che è tramandata dalla tradizione indiana. In questo libro si parlava di un esperimento che ha lasciato molto perplessi gli scienziati che l’hanno compiuto per primi, perché ha portato alla formulazione di teorie su “universi paralleli”. Per capire meglio questo concetto, vi consiglio di vedere il video che trovate in fondo a quest’articolo, è molto chiaro. Comunque sappiate che il succo è questo: è stato notato che particelle elementari di materia, essendo lanciate attraverso due fessure in una lamina, si comportavano in maniera differente a seconda se venivano osservate oppure no. Per questo esistevano molti dubbi sulla spiegazione di questo fenomeno, perché o esse avevano una specie di volontà propria, oppure esistevano contemporaneamente in più sistemi che poi si dividevano al momento di compiere una “scelta”, che in questo caso era di decidere quale fessura attraversare.

Nella “Baghavad Gita”, il Dio Krishna si rivela ad Arjuna in una moltitudine di presenze contemporanee, che ricordano molto la logica dell’esperimento di fisica quantistica. Tutte queste “possibilità” sono presenti contemporaneamente e ne diventa reale solo una al momento in cui è effettuata una scelta dal soggetto che vive la realtà in quel momento. Se questa teoria degli “universi paralleli” fosse vera, significherebbe che per ogni scelta che compiamo, decretiamo la comparsa di un nuovo universo, in una serie infinita di presenze contemporanee. Tutto molto affascinante, ma la cosa che mi lascia più stupito è che i nostri antenati queste cose le sapevano già, come tante altre che abbiamo scoperto con la nostra scienza attuale. Questo secondo me deriva dal fatto che il sapere è già dentro di noi, l’unica cosa che cambia è la tecnologia, la scala con la quale cui rapportiamo, ma la sostanza è immutabile nel tempo, e ci appartiene da sempre.

By Wenz

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2 commenti

  1. La fantascienza si è sbizzarrita molto su questo tema, avevo anche letto dei romanzi interessanti ai tempi. In un universo parallelo sono là che suono la chitarra ‘da Dio’ e anche la viola, che in questo universo mi fa impazzire. Sto cercando il varco giusto per tuffarmici o almeno dare una sbirciatina…

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