Julian “Cannonball” Adderley: tra jazz, gospel e soul

Strano che uno dei migliori musicisti che la musica afroamericana abbia mai avuto, sia stato così tanto snobbato dalla critica quando era in vita, ma questo è quello che è successo a Cannonball Adderley, saxofonista dal grande successo popolare.

I giornalisti erano tanto insospettiti dalla sua popolarità che, a ben vedere, era solo il risultato di una sapiente miscela di elementi di musica jazz, gospel e soul, che riuscivano a trasmettere immediatamente coinvolgendo pubblico. Il fraseggio di Cannonball poteva aderire perfettamente al linguaggio del bebop, ma il suo suono era grintoso, con una pasta tale che sarebbe piaciuto sicuramente ai discografici della Motown. Non trascuriamo poi la sua grande fantasia nel costruire fraseggi sempre freschi e coinvolgenti, una tecnica inappuntabile e grande energia.

Le sue collaborazioni sono di grande importanza, primo tra tutti Miles Davis (vedi “Kind of Blue”), oppure Art Blakey, è stato a sua volta lo scopritore di talenti come quello di Joe Zawinul per esempio. Tra i suoi dischi il live “In San Francisco” è pieno di brani scatenati con soli intensi e fantasiosi, una sezione ritmica che è una bomba (al basso Sam Jones e Louis Hayes alla batteria) e ritmiche funky senza tregua. Si dice che persino il compositore Dimitrij Ŝostakovič abbia assistito a questo concerto.

Tra i dischi più belli di Cannonball Adderley ci sono “Somethin’ Else”, “Portrait of Cannonball”, “What Is This Thing Called Soul”, “Live At The Lighthouse”, “Mercy, Mercy, Mercy”, “Inside Straight”.

by Wenz

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