Cimatica: un aiuto per comprendere l’antica conoscenza del suono

cimatica, suono e musica

La cimatica ha esplorato l’interazione tra suono e biologia. Attraverso esperimenti sulle vibrazioni sonore, Ernst Chladni prima e soprattutto Hans Jenny in seguito, arrivarono a comprendere come il suono poteva influire sulla materia, organizzandone la forma nello spazio.

Inoltre Jenny comprese anche come le vocali di alcune lingue antiche avessero il potere di produrre il disegno relativo alla sillaba che le contrassegnava in quelle lingue. Questa fu la testimonianza che qualcosa di simile alla cimatica era anticamente già conosciuto.

La scoperta più importante fu però che molte delle strutture realizzate negli esperimenti, e prodotte dal solo utilizzo del suono, ricordavano da vicino le strutture cellulari dei libri di biologia. A conclusione della sua opera, Jenny sostenne che i fenomeni in gioco erano tre: uno di fondo, chiamato potere generativo, cioè una specie di vibrazione e di periodicità di base. Gli altri due erano poli opposti che si distinguevano in movimento (potere dinamico) e forma. L’interazione di queste tre forze crea un campo unico per ogni cosa esistente e ricorda molto le tre leggi, cui sarebbero sottoposti tutti i fenomeni esistenti, della filosofia di Gurdjieff.

Molte persone credono che queste scoperte non siano vere e proprie conquiste recenti, ma solo riscoperte di conoscenze antiche, presenti nella Bibbia e nei testi vedici. In questo senso la cimatica è vista come un ponte che ci aiuta a comprendere meglio la sapienza antica del nada brahma (il suono creatore), oppure la frase biblica “in principio era la Parola”, o anche la teoria di Pitagora, secondo il quale “la geometria è musica solidificata”.

Cfr. “432 hertz: La rivoluzione musicale”, di R. T. Tuis

by Wenz

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