Differenza tra diverse tonalità e intonazioni

frequenze: differenza tra diverse tonalità e intonazioniIn alcuni precedenti articoli ho parlato del movimento “Omega 432”, che si propone di ristabilire un’accordatura più bassa per gli strumenti musicali.

A sostegno di questa tesi vi sono numerosi studi universitari, nonché esperienze di musicisti del passato (vedi Mozart e Verdi ad esempio), oppure la studiosa d’intonazione Maria Renold con la sua pubblicazione “Intervals, Scales, Tones and the Concert Pitch C=128”, e ancora Heinrich Loris (1488-1563) con il trattato “Dodekachordon”. Tutti costoro erano per accordare il DO a 256 Hz, con un conseguente abbassamento del LA a 432 Hz.

Qualcuno potrebbe però obiettare che l’accordatura non è molto importante, tanto poi rimangono inalterate le proporzioni tra le note e non cambia nulla. Anche su questo blog ho ricevuto critiche in tal senso, e certamente anche Hermann Helmholtz sarebbe d’accordo.

Molta dell’attuale teoria musicale si basa sulla sua “Teoria delle sensazioni del tono come fondamento psicologico della teoria musicale”, nella quale si sostiene che non c’è differenza tra una tonalità o l’altra, e quindi nemmeno tra un’intonazione e l’altra, essendovi proporzioni ben definite. Addirittura l’autore arriva a criticare le musiche dove vi sono frequenti modulazioni, come le opere di Bach e Beethoven.
Meno male che oggi si è compreso che le grandezze lineari non sono corrette, visto che il loro modello non si basa sulla nostra realtà. Come sostiene LaRouche, il nostro universo possiede una curvatura e perciò non esistono grandezze lineari. Quindi, anche dal punto di vista fisico, c’è differenza tra un’intonazione e una tonalità e l’altra.

In più, bisogna dire che l’orecchio non è passivo rilevando semplicemente quel che arriva dall’aria, ma anch’esso genera toni, quindi percepisce le altezze in maniera differente, con conseguente cambio nella percezione. Senza contare le numerose implicazioni psicologiche che permeano il fenomeno dell’ascolto e delle reazioni agli stimoli uditivi.

Concludendo dico che siccome non vi sono tesi a sostegno dell’attuale intonazione, decisa in un congresso dall’Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni nel 1955, tranne che da precedenti nella propaganda nazista (e non mi sembra un pregio), siccome è ampiamente dimostrato che le differenze tra diverse intonazioni ci sono, e siccome molti studiosi presenti e del passato sono a sostegno dell’intonazione a 256 Hz per il DO, allora un ragionevole dubbio che il movimento Omega 432 sostenga il vero comincia a sorgere anche alle persone più diffidenti, o così almeno dovrebbe essere.

By Wenz

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