Effetto Mozart: intelligenza a lungo termine ma benessere subito

effetto mozartParliamo del controverso argomento conosciuto col nome di “Effetto Mozart”. Controverso perché è stato studiato dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher, cha hanno poi pubblicato le loro ricerche in diversi articoli su due importanti riviste scientifiche, Nature e Neurological Research, ma purtroppo nessuno è stato successivamente in grado di ripetere gli esperimenti ottenendo gli stessi risultati.

I ricercatori arrivarono alla conclusione che la musica di Mozart, e la musica barocca, esercitano un effetto sui neuroni degli ascoltatori. La scoperta era che dopo l’ascolto, la memoria e l’intelligenza delle persone coinvolte, aumentavano per brevi periodi, e questo succedeva anche negli animali sottoposti agli stessi ascolti.

In seguito, si è ritenuto tutto l’esperimento inattendibile per il fatto che non è stato possibile verificarlo da altri ricercatori in successive prove. Naturalmente il metodo scientifico ha i suoi parametri, ma bisogna ricordare che Shaw e Rausher non sono gli unici che si sono occupati di questa materia.

Tomatis e l’Effetto Mozart

Il primo autorevole ricercatore dell’Effetto Mozart è stato Alfred Tomatis. Egli, dopo anni di ricerca, arrivò ad affermare che la musica di Mozart ha un effetto curativo sul corpo umano, perché agisce come un “motore” psicologico che modifica i problemi emotivi e della comunicazione.

In seguito John Jenkins, pubblicò sul Journal of the Royal Society of Medicine alcuni studi nel 1993, in cui si diceva che la Sonata K448 di Mozart, aveva prodotto una diminuzione drastica degli attacchi epilettici in pazienti affetti da tale problema.

Nonostante i numerosi studi pubblicati in seguito, che attestano l’efficacia della musica di Mozart su molte patologie neuronali, non è ancora stato possibile dimostrare un collegamento diretto con l’intelligenza a breve termine. Per questo molti sono scettici parlando di “Effetto Mozart”.

Analizzati 300 articoli sull’Effetto Mozart

Il ministero della ricerca tedesco ha pubblicato un rapporto nel 2006, in cui si analizzavano più di 300 articoli pubblicati su musica e intelligenza. Spiega Ralph Schumacher, dell’ Università Humboldt di Berlino: «Alcune ricerche che abbiamo esaminato dimostrerebbero che a lungo termine la musica può davvero far aumentare il quoziente di intelligenza. Ma una cosa è certa: non può trasformare un bambino in un genio».

E queste parole mi sembra che rendano bene il concetto che mi pare risulti dal lavoro dei ricercatori, cioè che la musica (in particolare quella ben scritta come Mozart e Barocca) ha effetti sul Q.I. se ascoltata a lungo termine, ma può comunque produrre effetti benefici immediati, non sull’intelligenza, ma sullo stato psico-fisico di chi l’ascolta.

Ultimi studi

Dal 2006 ad oggi diversi studi hanno invece confermato diverse qualità curative della musica di Mozart, soprattutto della Sonata K 448, che sembra avere una buona efficacia nell’alleviare i sintomi dell’epilessia. (Cfr. Ascoltare la musica fa bene)

 


VIDEO: la tanto discussa Sonata K448 di Mozart.

 


 

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