Musica curativa e preghiere terapeutiche secondo l’antica saggezza
“In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”, recita il Vangelo di Giovanni analogamente agli antichi testi indiani come il Rig veda: “In principio era Brahman presso cui era il Verbo e il Verbo era in verità Brahman”.
Questi concetti, espressi da migliaia di anni, altro non sono che la spiegazione di una nozione che gli scienziati cominciano a comprendere solo oggi: ossia tutto ciò che percepiamo attraverso l’utilizzo dei cinque sensi nient’altro è che energia che vibra. La materia, infatti, è l’espressione di una bassa vibrazione, ma pur sempre energia; mentre le emozioni e il nostro stato mentale, non sono altro che vibrazioni elevate.
Uno dei suoni (mantra) più importanti conosciuti oggi è senz’altro l’OM (AUM). Che potremmo definire un aspetto quasi di natura divina, totalmente impersonale e correlativo al nostro AMEN.
Nel libro di Maria Angelillo “Mantra, suoni parole e divino” edito da Xenia editore, per esempio, si legge che la sillaba OM è utilizzata in tutti i riti Hindu ed è considerato il suono più sacro dell’intero corpus vedico.
L’effetto curativo di suoni, musiche e mantra sono sempre più oggetto di numerosi studi. Nel libroQuantum Healing di Deepack Chopra, medico endocrinologo, si legge tra gli altri che sono stati ottenuti diversi e importanti risultati positivi nei soggetti affetti da cancro quando a questi veniva fatto recitare il suono primordiale OM in associazione con le normali terapie.
Anche Swami Satyananda, nel suo “Yoga and Cardiovascular Management” riporta una ricerca condotta dall’australiano dottor Swami Karmananda, nella quale si evidenziano gli eccellenti risultati ottenuti nelle persone affette da problemi cardiocircolatori tramite la pratica della Ajapa Japa – una pratica respiratoria in cui il suono si recita esclusivamente mentalmente.
Quando un canto viene ripetuto in maniera ciclica diviene una vera e propria preghiera, ossia unJapa. Questa, secondo la tradizione, ha lo scopo di creare una sorta di cerchio – mandala energetico che purifica la nostra mente eliminando o riducendo i nostri pensieri.
Questo particolare è molto importante quando si tratta di benessere perché, a detta dei testi antichi, è la mente (Manas) la vera creatrice di tutto. Soprattutto delle nostre sofferenze. E’ la mente, infatti, che crede nella falsa dualità, che crea separazione anziché unione tenendo ad allontanarsi dalla realtà, dall’infinito. Quando si riesce ad averne il controllo, attraverso la recitazione dei mantra, l’ATMAN – dalla lingua devanagari il soffio vitale – riesce a entrare nuovamente in armonia con il sé ricongiungendosi al “divino”.
Secondo alcune ricerche il mantra OM ha anche lo scopo di far entrare in risonanza i due emisferi cerebrali al fine di apportare equilibrio psico-fisico.
Nelle antiche Samitha (raccolte) si racconta che nella preparazione e somministrazione di farmaci devono essere sempre recitati dei mantra, altrimenti divengono come delle armi spuntate e il loro valore terapeutico è ridotto.
D’altro canto l’India offre altre soluzioni di benessere attraverso il suono, incarnata attraverso l’utilizzo della musica Raga. Tra i più importanti autori vi è senz’altro Surajit Das che ha composto diversi brani e CD proprio a scopo terapeutico. In Italia è possibile trovarne uno realizzato insieme a Lucyan ed edito da Xenia Edizioni: “La musica dell’India”.
“Da alcuni anni a questa parte la scienza moderna e la medicina stanno riscoprendo le proprietà curative della musica, e la musicoterapia – l’uso della musica finalizzato al trattamento delle persone con bisogni specifici per la salute fisica e mentale , la riabilitazione e l’educazione – sta guadagno sempre più terreno”, scrivono gli autori.
Nell’antica India, invece, la musica costituisce da sempre un elemento fondamentale per la salute essendo menzionata già nei Veda e nei testi di Medicina Ayurvedica. I tre dosha principali, per esempio (Vata, Pitta e Kapha), il cui squilibrio porta a disturbi e malattie, possono essere efficacemente riequilibrati con l’utilizzo della giusta musica.
Secondo una leggenda, persino il maestro Kakarla Tyagabrahmam, vissuto intorno al 1700 riuscì a riportare in vita una persona morta grazie alla sua musica.
Sebbene questo possa apparirci un po’ “sopra le righe” è pur vero che la scienza oggi riconosce che la musica di un certo tipo possa stimolare positivamente l’ipofisi, le cui secrezioni agiscono sul sistema nervoso e flusso sanguigno. Va da sé che indirettamente agisca anche sul sistema nervoso, emozioni e pressione sanguigna.
In base ai risultati di altri studi, alcuni tipi di musica sono in grado di ripristinare le funzioni del fegato, migliorare la concentrazione, l’apprendimento e la capacità di relazionarsi con gli altri. Dona equilibrio emozionale in particolare in caso di paura, ansia, stress e rabbia. Il centro ricerche maggiormente specializzato in musicoterapia è proprio un centro Indiano chiamato RAGA Research Center. Qui si valuta il tipo di musica da utilizzare in base al disturbo accusato, ma anche i tempi di “somministrazione”, e il metodo migliore per ascoltarla.
Lucyan, nel suo “La magia dell’India” riporta un esperimento scientifico condotto tempo fa, nel quale alcune piante venivano poste accanto a delle casse acustiche che diffondevano musica. Quando veniva trasmessa musica Rock le piante crescevano nella direzione opposta alle casse; quando invece veniva diffusa musica tipicamente occidentale (musica leggera), le piante non variavano la loro crescita. Ma quando c’era musica classica indiana le piante crescevano addirittura attorno alle casse. Una prova, in questo caso, che non lascia alcun dubbio su quale possa essere la musica realmente benefica.
Articolo di lm&sdp, tratto da LA STAMPA.it (link articolo originale)
Foto: ©photoxpress.com/styf
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