La Musica secondo… Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer e la musicaTra i grandi filosofi che hanno trattato della musica nei loro scritti vi è sicuramente Arthur Schopenhauer, filosofo pessimista del primo Ottocento. Egli considerava la musica come un  linguaggio universale (e non si sbagliava molto, a giudicare da alcuni studi a riguardo).

Secondo Schopenhauer la musica e’ l’unica arte che va oltre la materia, l′unica che può esistere anche senza il mondo. Essa è molto profonda, perché’ non esprime semplicemente un’idea, ma e’ l’essenza stessa del pensiero e dell’esistenza.

Devo dire che condivido in pieno questo pensiero e aggiungo che credo che la musica sia l’essenza di tutto cio’ che esiste, non solo delle idee. Cose che spiego tra l’altro anche nel mio libro: “Musica a 432 Hz Integrale“.

Di seguito riporto un passo che illustra questi concetti espressi da Arthur Shopenhauer:

«La musica oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, semplicemente lo ignora, e in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se il mondo non esistesse piú: cosa che non si può dire delle altre arti. La musica è infatti oggettivazione e immagine dell’intera volontà, tanto immediata quanto il mondo, anzi, quanto le idee, la cui pluralità fenomenica costituisce il mondo degli oggetti particolari. La musica, dunque, non è affatto, come le altre arti, l’immagine delle idee, ma è invece immagine della volontà stessa, della quale anche le idee sono oggettività: perciò l’effetto della musica è tanto più potente e penetrante di quello delle altre arti: perché queste esprimono solo l’ombra, mentre essa esprime l’essenza.(…) [La musica] esprime, con un linguaggio universalissimo, l’intima essenza, l’in sé del mondo, che noi, partendo dalla sua più limpida manifestazione, pensiamo attraverso il concetto di volontà, e l’esprime in una materia particolare, cioè con semplici suoni e con la massima determinatezza e verità; del resto, secondo il mio punto di vista, che mi sforzo di dimostrare, la filosofia non è nient’altro se non una completa ed esatta riproduzione ed espressione dell’essenza del mondo, in concetti molto generali, che soli consentono una visione, in ogni senso sufficiente e applicabile, di tutta quell’essenza; chi pertanto mi ha seguito ed è penetrato nel mio pensiero, non troverà tanto paradossale, se affermo che, ammesso che si potesse dare una spiegazione della musica, completamente esatta, compiuta e particolareggiata, riprodurre cioè esattamente in concetti ciò che essa esprime, questa sarebbe senz’altro una sufficiente riproduzione e spiegazione del mondo in concetti, oppure qualcosa del tutto simile, e sarebbe cosí la vera filosofia.»

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 52 in Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, pagg. 690-691)

cfr. SCHOPENHAUER, LA MUSICA


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2 commenti

  1. Ammesso che si possa dare una spiegazione esatta della musica? Meno male che non si può. Contempliamocela dentro, godiamoci la sua funzione catartica, pur se passeggera. Grande filosofo!

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