Jaco Pastorius

Il grande bassista Jaco Pastorius è divenuto un mito nella storia del jazz e della musica in generale. Certamente la prematura scomparsa, ad appena 36 anni, ha giocato un ruolo fondamentale in questo processo, ma rimane indubbio che il suo talento era immenso , come testimoniato dalle collaborazioni di alta qualità durante la sua carriera. Per cominciare con gli Weather Report, soprattutto gli album “Heavy Weather” (contenente la mitica “Birdland”) e “8:30”, e anche con Joni Mitchell in “Hejira” e “Shadows And Light”.

Il ruolo del basso è ridefinito in queste registrazioni, rendendolo molto duttile melodicamente e con un’ampia gamma di suoni diversi dati dall’utilizzo di tecniche varie come armonici, effetti elettronici e altro. Jaco non sfigura nemmeno se messo accanto a un saxofonista come Wayne Shorter, il che è tutto dire!
Il melodismo di Pastorius non è l’unica sua caratteristica, in realtà egli possiede una solida tecnica virtuosistica, che lo rende capace di volate e fraseggi molto serrati, a un livello che ha pochi paragoni nella storia del jazz.
La sua carriera solistica è caratterizzata da punte di alta qualità, ma anche da incostanza e troppa libertà artistica, alle volte non incanalata verso una direzione creativa particolare. In questo modo avviene una grande dispersione del potenziale enorme di Pastorius. Forse proprio per questo suo grande estro succede che quando collabora con altri è maggiormente stimolato a raggiungere un particolare obiettivo, mentre da solo si perde nelle sue grandi qualità.
Il suo primo album, “Jaco Pastorius”, è il migliore tra i suoi da solista. Qui troviamo la versione celebre di “Donna Lee” di Charlie Parker insieme ad altri brani dalla connotazione funky, oppure “Continuum” sullo stile Weather Report e “Portrait Of Tracy”, grande solo da esibire in concerto.

By Wenz

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