Ascolto passivo vs ascolto attivo

Erik Satie ascolto passivo vs ascolto attivoL’anticonformista compositore francese Erik Satie, per un certo periodo della sua vita, compose piccole musiche che chiamò «musique de tapisserie» (musica da tappezzeria).  Erano brevi melodie che Satie stesso faceva eseguire nei caffè parigini, assicurandosi che il pubblico non vi prestasse troppa attenzione, ma le trattasse come musica da sottofondo parlandoci sopra. Si trattava di un’evidente provocazione.

 

Oggi siamo abituati ad avere musica in sottofondo praticamente ovunque. Nella televisione, nei centri commerciali, alla radio, in auto, molti la tengono anche durante il lavoro. Ieri l’ho trovata addirittura nel parcheggio sotterraneo a pagamento dove ho parcheggiato. Personalmente non amo molto la musica di sottofondo, perché la trovo “dispersiva”. Alcune volte può essere piacevole, ma essere sempre distratti non è un bene io credo.

Apparentemente il motivo potrebbe essere puramente estetico, ma non sono del tutto d’accordo. La realtà non è mai così semplice. Con ciò non voglio dire che “qualcuno” stia tramando qualcosa, non sono un complottista. Dico solo che gli avvenimenti vanno pesati per gli effetti che producono, anche se i motivi che li hanno messi in gioco sono per così dire “superficiali”.

L’ascolto passivo, specie nei luoghi rumorosi, porta il cervello a desincronizzare i due emisferi limitando le capacità di apprendimento, di logica, di visualizzazione e intuizione. Questo è stato mostrato dalle ricerche di Alfred Tomatis e di C.W. Leadbeater. In altre parole, non solo l’ascolto passivo genera “disattenzione”, ma rende letteralmente la gente “stupida”.

Abituare un bambino all’ascolto passivo è un buon modo di limitare le qualità che la natura gli ha dato, possibilità dovute all’alta sincronizzazione dei due emisferi. Purtroppo queste e altre abilità vengono assopite da un’educazione che non ne tiene conto, per caso o per volontà che sia. Lo studio e l’ascolto attivo della musica aiutano a ripristinare queste qualità e ad aumentarle.

Provate a chiedervi se al centro commerciale non ci fosse la musica di sottofondo, si venderebbero in ugual modo gli articoli, o forse la gente sarebbe più attenta agli acquisti? Se il telegiornale leggesse le notizie senza colonna sonora, la capacità critica di chi ascolta sarebbe uguale?

Non voglio dire che sempre e comunque sia sbagliato utilizzare il suono come “tappezzeria”, ma solo che è un’importante qualità del mondo fisico che va dosata con cura, e non abusata come avviene ora, semplicemente perché le persone non ne sono consapevoli. Inoltre, io che sono musicista, credo che se vi fosse più attenzione a come usare la musica di sottofondo, sapremmo apprezzare molto di più la musica “vera” quando la sentiremmo ai concerti per esempio.

by Wenz

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Un commento

  1. Avevo infatti letto che la musica dei supermercati è studiata in modo da ‘pilotare’ gli acquisti. So solo che esco velocemente dai supermercati che ti rimbambiscono di radio, perché la musica di sottofondo, scelta da altri, mi è sempre stata molesta. Ci sono persone che riescono a studiare con la musica in sottofondo, a me invece distrarrebbe anche quella classica, rischierei di andare in trance. Ma potrei provare con ‘l’effetto Mozart’…si iu sun mai ticer

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