L’illusione sonora del terzo suono di Tartini

terzo suono di tartini illusione sonoraOltre all’illusione visiva, sfruttata ampiamente da artisti e psicologi, esiste anche l’illusione sonora. Si tratta di un fenomeno attraverso il quale si possono sentire suoni che in realtà non esistono, come il terzo suono di Tartini, cioè un fenomeno acustico evidenziato da Giuseppe Tartini all’inizio del XVIII secolo.

L’illusione sonora è qualcosa che molte persone non conoscono, ma che è stata già usata nella storia della musica, ad esempio per agevolare la costruzione degli organi di chiesa, oppure ultimamente si è molto diffusa con l’uso di suoni binaurali. Il terzo suono di Tartini è un’illusione sonora, ma a differenza dai battimenti binaurali in questo caso si tratta di un fenomeno naturale che riguarda la percezione degli armonici del suono.

I suoni binaurali sono indipendenti dagli armonici naturali del suono, perciò  li definirei una tecnica artificiale che è basata su una diversa percezioni dei due emisferi cerebrali, e perciò è efficace solo in cuffia, mentre il terzo suono di Tartini funziona anche senza cuffia e grazie ad esso è possibile percepire suoni che in realtà non esistono. Vediamo come.

Suonando due suoni, per esempio ad intervallo di una quinta (ma la stessa cosa accade con molti altri intervalli), se ne percepirà un terzo la cui frequenza sarà uguale alla differenza tra i due suoni. Ad esempio nel seguente video si sente un LA a 440 Hz e in seguito un FA a 704 Hz. Il suono che si percepisce, ma che non è stato suonato, è un DO a 264 Hz, quindi più basso dei precedenti suoni.

In realtà già sapevamo che un suono di base produce altri suoni a volume inferiore chiamati armonici naturali, ma questi suoni sono ad un volume molto più basso del suono originale, qui invece il suono che si sente in aggiunta ha un volume che lo fa apparire come un suono distinto dai primi due. Alla luce di ciò possiamo dire che quando ascoltiamo un brano musicale percepiamo molte frequenze anche a livello inconscio, molte di più delle note che sono state suonate nel brano. Ecco perché utilizzare intonazioni naturali è importante: perché le frequenze armoniche superiori e inferiori saranno in armonia con  il resto della musica, quindi ci sarà più congruenza musicale e saranno rinforzati i benefici del suono. Ecco un altro principio alla base della musica a 432 Hz integrale che vado ricercando e promuovendo anche con il mio lavoro.

Buona ricerca cari amici

 


VIDEO: Terzo suono di Tartini

 


Analisi di spettro del terzo suono di Tartini

A scanso di equivoci, siccome ho ricevuto delle segnalazioni in merito, ho eseguito un’analisi di spettro ai due suoni dell’esperimento del video qui sopra per dimostrare che il terzo suono di Tartini si sente ma non è rilevato dagli apparecchi di misurazione. Premetto però che per un’analisi corretta occorre utilizzare suoni puri (senza armonici), perché utilizzando suoni ricchi in armonici, come quelli di un pianoforte, il risultato potrebbe essere falsato da altre caratteristiche fisiche del suono, come ad esempio gli armonici inferiori o l’entrainment sonoro (vibrazione “per simpatia”).

Se guardate la seguente figura vedrete che nell’analisi di spettro compaiono solo i due suoni puri LA a 440 Hz e FA a 704 Hz, ma non il terzo suono che si sente quando si alza il volume e cioè un DO a 264 Hz.

Analisi di spettro terzo suono Tartini
Sonogramma dell’esperimento Terzo suono di Tartini

 


Ti è piaciuto questo articolo? Allora potrebbero interessarti anche le opere dell’autore Enzo Crotti:

Musica a 432 Hz integrale di Enzo CrottiMusica a 432 Hz integrale

 

 

Opere gratuite

 

 


 

Condividi

12 commenti

  1. Salve Enzo, volevo solo sottolineare che il terzo suono di tartini non è un illusiona sonora.
    Infatti se usi un analizzatore di spettro, lo puoi verificare chiaramente.
    Quindi è un suono che in realtà esiste, non è percezione…ed è anche uno dei motivi per cui il cambio d’intonazione a 432 Hz di un intero brano tramite software, non può essere paragonato allo stesso brano suonato a 432 Hz.
    Buona giornata

    • Mi dispiace ma non mi risulta che il terzo suono si possa misurare, ti allego una pagina dell’università di Modena dove c’è un esempio con un suono di 512 Hz e uno di 640 Hz sovrapposti. Il terzo suono di 128 Hz si sente in cuffia con un volume sufficientemente alto, ma non appare nell’analisi di spettro allegata. Se leggi troverai che l’eventuale fisicità del terzo suono può nascere solo nell’orecchio di chi ascolta, in questi casi non si tratta di illusione sonora ma di un aspetto fisico che non è però misurabile all’esterno dell’orecchio. Grazie per il tuo contributo che mi ha permesso di fare qualche precisazione Alex.

      http://fisicaondemusica.unimore.it/Effetti_e_illusioni_acustiche.html#Il_terzo_suono_di_Tartini

  2. Buongiorno, io accordo pianoforti e inoltre sono un ingegnere, ovviamente a orecchio avverto il terzo suono,
    ma guarda caso lo avverte anche l’app professionale che mi aiuta per le accordature.
    L’app si chiama Verituner…
    Ad esempio in un intervallo di quinta Do(3)-sol, l’app legge un Do(2)
    Nell’intervallo di terza maggiore Do(4)-mi, l’app legge un Do(2).
    In entrambi i casi l’armonico fantasma è crescente rispetto alla corrispondente nota temperata.

    • Premetto che non sono un esperto di acustica, e che la questione della percezione acustica è molto complessa. Come dicevo il terzo suono non è misurabile con un rilevatore. Però va anche detto che occorre utilizzare suoni puri senza armonici per verificare correttamente il terzo suono, in quanto se si utilizzano suoni armonici come quelli del pianoforte, al terzo suono si vanno ad aggiungere anche altri fenomeni acustici come gli armonici superiori e inferiori o le fondamentali mancanti, ecc.. In questo caso l’armonico misurato potrebbe essere un armonico inferiore (ma potrei sbagliarmi), invece usando un suono puro questo non avverrà. Inoltre nel pianoforte entrano in gioco anche tutta una serie di vibrazioni e frequenze che si attivano per “simpatia”…

      Cmq qui trovate tutte le informazioni che servono sulle illusioni sonore:
      http://fisicaondemusica.unimore.it/Effetti_e_illusioni_acustiche.html#Il_terzo_suono_di_Tartini

      • Con le misure da me effettuate con strumento elettronico, HO rilevato il terzo suono, compare SOLO suonando un intervallo di quinta, ad es Do3-Sol. Con il solo Do3 rilevo la nota Do3, con il solo sol rilevo solo la nota Sol, con l’intervallo Do3-sol lo strumento SENTE la nota Do2!
        Analogamente altri sw (cool edit, samplitude, ecc)(su PC) evidenziano benissimo la periodicità corrispondente al terzo suono. Quanto agli armonici, in natura suoni puri non esistono, nemmeno un circuito oscillante riesce a riprodurre una sinusoide pura, al massimo una triangolare.
        Visto che stiamo parlando di percezione di suoni prodotti da strumenti musicali, è auspicabile che le rilevazioni vadano fatte su tali strumenti. Altra cosa importante: se per formare un qualunque intervallo utilizzassi suoni sinusoidali digitalmente prodotti, questo NON avrebbe alcun senso, perché le caratteristiche sonore intrinseche degli intervalli sono date dall’interazione degli armonici, dei vari ordini. Se togliamo gli armonici gli intervalli equivalgono ad insiemi vuoti e perdono totalmente di significato.
        Quindi la frase “occorre utilizzare suoni puri senza armonici per verificare correttamente il terzo suono” è estremamente sbagliata, vuol dire che mancano le nozioni di base sulla costituzione e natura degli intervalli.

        Attenzione poi che in rete spesso si trovano anche commenti non corretti, ad esempio qualcuno ha affermato che il diapason produce un suono puro: FALSO, il diapason è MOLTO affetto da inarmonicità e il suono che produce è tutt’altro che puro.

        • Il problema di utilizzare suoni senza armonici è per eliminare altre caratteristiche del suono che potrebbero incidere sulla misurazione. Naturalmente questi suoni non esistono in natura, ma questo non c’entra nulla, in quanto si cerca di spiegare un fenomeno, non di utilizzarlo in qualche modo. Sarà poi cura del compositore dare un senso alla cosa con le sue conoscenze. In ogni caso non ho affermato che il diapason produce un suono puro.

        • PercheT nessuno si è andato a documentare cosa dice Tartini nel suo trattato ? I terzi suoni si ottengono mediante decine di bicordi. Tartini porta esempi di intervalli di quinta , sesta e addirittura di toni e semitoni maggiori e minori . Gli analizzatori di spettri acustici rivelano nella maggior parte dei casi il terzo suono che quindi è di natura fisica oggettiva e non psicoacustica.Per studiare il complesso fenomeno dei suoni differenziali bisogna essere dei bravi fisici con profonda conoscenza degli elementi basilari del linguaggio musicale . Studi ed esperimenti sui suoni differenzi con i soli suoni sinusoidali puri sono limitativi ed anche fuorvianti .Buona ricerca a tutti . Saluti

          • Infatti nell’articolo si dice che suonando due suoni il terzo suono è dato dalla differenza tra i due suoni, quello indicato dell’intervallo di quinta è solo un esempio. Comunque ho specificato meglio ora. Mi sembra di aver documentato ciò che spiego nell’articolo, comunque, se ritieni che il terzo suono non sia un fenomeno psico acustico, ma solo un fenomeno reale potresti per favore indicarmi il titolo di un trattato in cui ciò che dici è documentato? Il trattato di Tartini non è provvisto di analisi di spettro, e mi fido di quello che pubblica l’Università di Modena nel documento che ho già segnalato in precedenza:

            http://fisicaondemusica.unimore.it/Effetti_e_illusioni_acustiche.html

        • Enrico , finalmente ! Era ora che qualcuno iniziasse a scrivere e parlare di ” fatti musicali ” veri riferiti a strumenti musicali veri . Sono cinquant’anni che come fisico e musicista sostengo che tutti i risultati sperimentali in acustica musicale ottenuti con suoni sinusoidali puri sono limitativi della ricerca ed in molti casi fuorvianti . E’ ovvio che una simile presa di posizione manda in aria migliaia di pubblicazioni e ” convinzioni ” della cultura ufficiale dell’acustica musicale cui si sono dedicati centinaia di ricercatori in tutto il mondo spesso ottimi fisici ma mediocri teorici musicisti , Anche sul Terzo suono di Tartini sono decenni che se ne parla e si sparano “convinzioni” errate . Esso infatti è il risultato combinatorio di fenomeni fisici non lineari dimostrabili e misurabili oggettivamente in cui l’orecchio giuoca ruoli insignificanti . Stessi fenomeni fisici che si materializzano in ottica non lineare dove si parla appunto di frequenze somma e differenza . Tutto qui . Saluti

    • In ogni caso, per dimostrare che ciò che dicevo è vero, ho eseguito un’analisi di spettro ai due suoni del video qui sopra, e come si può vedere il terzo suono non è misurato dal PC.

    • Se lei anziche’ il bicordo temperato Do3 Sol3 , ne effettua uno naturale ( scomparsa di battimenti ) possibilmente con un clavicembalo , sentirà chiaramente e vedrà sull’analizzatore di spettri acustici un Do2.. Il terzo suono di Tartini che e’uno dei tanti aspetti dell’acustica musicale che riguarda i suoni di combinazione è ” vivo e vegeto ” . Non è un suono fantasma . Lo studio dei suoni di combinazione in acustica musicale non è stato ancora approfondito come in altri settori della Fisica . In ottica non lineare ad esempio esistono tante pubblicazioni che parlano di frequenze di combinazione somma e differenza . Saluti .

  3. Ho terminato da pochi mesi un lavoro duraro ventanni concretizzatosi con la pubblicazione del Saggio ” I suoni di combinazione ed il terzo suono di Tartini : Fisica Storia Musica ” ed Il campano ISBN 9788865284582. .Spero di aver dato quel contributo informativo e culturale che era necessario offrire dopo due secoli di interpretazioni contrastanti e fuorvianti . Il lavoro è stato recentemente discusso in un convegno e conferenza dibattito tenutosi a Pisa alla presenza di qualificati musicisti ed esperti di fisia musicale .

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *