Pjort Garajev, DNA e Cimatica

Pjort Garajev, DNA e Cimatica

Le sensazionali scoperte del biologo molecolare russo Pjort Garajev non sono molto note, eppure hanno un che di straordinario. Io le ho lette su un libro e trovate su alcuni siti internet, per cui non mi voglio sbilanciare, ma secondo me, per la cultura in materia che mi sono fatto scrivendo articoli su questo blog (vedi “Cimatica”), una parte di verità c’è. Non voglio indagare i motivi per cui esse non siano diffuse maggiormente, ma mi vengono in mente molti interessi delle case farmaceutiche che contrastano con queste conclusioni così interessanti.

Assieme ad altri suoi colleghi, Garajev avrebbe scoperto che il DNA non sarebbe solo la base per la costruzione del nostro corpo, ma fungerebbe anche da deposito di memoria. Quello che più colpisce è che il codice genetico seguirebbe le stesse regole del linguaggio umano.

Sintassi, semantica e regole basilari della grammatica sono state abbinate, durante gli esperimenti, agli amminoacidi presenti nel DNA e sono state rilevate corrispondenze negli accoppiamenti delle molecole. La conclusione è che il nostro linguaggio non è un fenomeno isolato, ma deriva proprio dal codice genetico.

Ancora più importante è che si potrebbe riparare la sequenza semplicemente conoscendo la giusta frequenza per riprogrammare il DNA, evitando il poco produttivo “taglia e incolla” dei genetisti. Tramite un dispositivo che influenza il metabolismo cellulare attraverso determinate frequenze luminose e radio, gli scienziati hanno “campionato” (copiato) gli schemi d’informazione di un particolare DNA, e l’hanno poi trasmesso a un altro riprogrammando le cellule. Sono così riusciti ad ottenere un embrione di salamandra da uno di rana, senza gli effetti collaterali degli errori provocati dal classico copia e incolla.

Queste scoperte potrebbero portare alla cura di alcune malattie tramite l’opportuno utilizzo di frequenze ad alto spettro con il vantaggio che sarebbero indenni da effetti indesiderati presenti ad esempio nei farmaci.

Vedremo che esito avranno queste ricerche, comunque rimane il fatto che ancora una volta si dimostra almeno l’importanza della frequenza anche a livello fisico e non solo psicofisico, aggiungendo un altro tassello alle già molte conferme dell’importanza del suono e della musicoterapia per l’uomo.

By Wenz

Fonte:

R. T. Tuis, La rivoluzione musicale, Nexus Edizioni

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