Carpe Diem

socrate - carpe diem

“Carpe diem, letteralmente “Cogli il giorno”, normalmente tradotta in “Cogli l’attimo”, è una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio… viene di norma citata in questa forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: “quam minimum credula postero” (“confidando il meno possibile nel domani”).”

Ecco una citazione tratta da wikipedia per parlare di un tema che ho già affrontato diverse volte su questo blog, prendendolo da diversi punti di vista. E’ il tema della consapevolezza. Ci sarà una ragione se praticamente tutti gli uomini che hanno saputo attrarre discepoli e seguaci con le loro rivelazioni, hanno parlato di vivere il presente pienamente. Io credo che, contrariamente a quello che si pensa normalmente, si tratti di un motivo molto pratico e tangibile.

Normalmente si crede che chi si “sintonizza” su uno stile di vita di questo tipo, sia una persona libertina, magari un tipo irresponsabile, che non vuole fare progetti per il futuro. In realtà non è così.

Quando Gesù Cristo dice: “C’è un tempo per ogni cosa”, credo intenda che se usiamo la volontà per essere presenti in quello che facciamo e non ci disperdiamo pensando “lo farò domani” oppure non ci distraiamo troppo con progetti futuribili, otteniamo un risultato più efficace e veloce.

Il futuro è qualcosa che sarà il frutto delle scelte di oggi, quindi perché sia più solido, è opportuno agire con molta responsabilità oggi, perché tutte le azioni che compiamo adesso, saranno alla base di quello che costruiremo piano piano e che costituirà il nostro futuro.
Inoltre non dimentichiamoci che si vive adesso, non domani. Perciò se ci lasciamo sfuggire il presente pensando a quello che avevamo fatto tempo prima, oppure che dobbiamo fare in seguito, in realtà ci lasciamo sfuggire molte occasioni che ci potrebbero dare molto adesso.

In conclusione vorrei fare una citazione che mi piace molto di Italo Calvino:
“Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un’aria sul flauto. “A cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A sapere quest’aria prima di morire”. (Emil Cioran; citato in Italo Calvino, Perché leggere i classici – Mondadori)
Se Socrate pensasse alla sua morte, in quel momento magari imparare una nuova melodia non sarebbe così importante, ma io credo che il maestro, in quel modo, volesse comunicare che fino alla morte si vive, e si può crescere.


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