Educazione all’essere: una disciplina per tutti

osho e l'amore per l'essereAmore per il sapere è il significato della parola “filosofia”, che è più o meno noto a tutti [1]. Ampliando ulteriormente il concetto potremmo riferirci alla filosofia in questi termini: “attività intellettuale che mira a elaborare una concezione complessiva e razionalmente fondata della realtà del mondo e dell’uomo”.[2]
E’ interessante alcune volte soffermarsi sul significato delle parole per capire meglio di cosa stiamo parlando. Ad esempio se diciamo “attività intellettuale”, dobbiamo per forza coinvolgere il pensiero, e lo facciamo anche quando ci si riferisce col termine “razionalmente fondata” alla realtà.

Direi che si potrebbe fare un esempio esplicativo di questo tipo d’indagine sul mondo disegnando una freccia che parte dall’uomo e va verso l’esterno. La ricerca intellettuale è infatti questo: un processo attraverso il quale si cerca di capire ciò che avviene al nostro esterno, di conoscere gli altri e il mondo al di fuori di noi.

La ricerca col pensiero non potrebbe avvenire all’interno di noi. La razionalità non può condurci in questo mondo sommerso al nostro interno, semplicemente perché la mente non siamo noi, ma è solo un mezzo che ci serve per organizzare “razionalmente” le nostre attività esterne. Come potrebbe indagare l’intero essere una sola parte di esso?

L’amore per il sapere è importante, ma dovrebbe esserlo di più l’amore per l’essere. Infatti “Anche se conquistassi il mondo intero ma perdessi te stesso, cosa ne ricaveresti? E anche se il mondo intero andasse perduto ma tu conquistassi te stesso, avresti ottenuto tutto” (Osho).

La conoscenza di sé, cioè del proprio essere, non ha nulla a che vedere con la cultura, con le informazioni, con la speculazione mentale. E’ piuttosto qualcosa che ha a che fare con l’assenza di tutto ciò. Ha a che fare anche con la meditazione e tutte le pratiche che cercano di placare il lavorio mentale. Queste sono rivolte al nostro interno e si potrebbero rappresentare con l’immagine di un uomo e una freccia che punta dentro di lui. Alla fine conoscere l’essere è cercare di capire cosa siamo se togliamo quello che sappiamo, che pensiamo, che diciamo. Cosa rimane?

Quello che rimane è ciò che di più importante dovrebbe essere inseguito. E’ ciò che ci accomuna a Dio, visto che siamo fatti a sua immagine secondo la Bibbia. Mi piace pensare che lo siamo nella nostra essenza. E comunque l’avvicinarsi al nostro essere ci rende più stabili e saggi, rinforzando le nostre fondamenta e rendendoci meno soggetti alle pressioni esterne.

Allora, come esiste la filosofia che è amore per il sapere, dovrebbe esserci anche files (da filo-es: amore per l’essere), o anche “educazione all’essere”, una materia da insegnare nelle scuole. Credo che questo studio sarebbe un grande beneficio per tutte le persone rendendole on po’ più consapevoli ed equilibrate, e per la società, che sarebbe più attenta a problemi “etici” come guerre, inquinamento, malnutrizione, o semplicemente, in una sola parola, rispetto comune.

by Wenz



[1] Dal lat. philosophia(m), dal gr. philosophía, comp. di philo- ‘filo- 1’ e sophía ‘sapienza’; propr. ‘amore del sapere’.

[2] www.sapere.it

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2 commenti

  1. Hai proprio ragione; ai bambini si insegna di tutto ma non ad essere se stessi, a rispettare se stessi e gli altri esseri che ci accompagnano nel viaggio su questa terra. Bello il tuo blog!

    • Grazie M.ma Dorè. Si proprio così, sono le cose che dovrebbero essere insegnate per prime. Sono convinto che avremmo molti meno problemi in giro! 😉

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