Il sacrificio per gli altri può essere inutile

Il sacrificio per gli altri può essere inutileOgnuno di noi ha delle aspirazioni, delle tendenze innate che si porta nel cuore, alcune di queste possono essere spirituali. Non mi riferisco alla vocazione di un sacerdote, ma semplicemente al desiderio inconscio della ricerca della verità, oppure del senso dell’esistenza.

 

Le proprie attitudini possono essere anche in campi artistici, lavorativi, e ogni altro settore collegato con la persona. Vi sono sempre qualità intrinseche al nostro essere cui vorremmo o avremmo voluto dare un senso. Alcuni però le mettono da parte per il bene di qualcun altro, e a prima vista potrebbe anche essere positivo questo, ma non sempre.

Sacrificarsi per gli altri può essere utile, perché magari pensiamo che chi ne riceve i benefici possa stare meglio, ma attenzione perché dietro ad un sacrificio si nasconde una privazione e quando questa diventa troppo importante si corre il rischio di essere un peso. In cambio si vorrebbe che anche gli altri sacrificassero la loro gioia.
Mettere da parte le proprie aspirazioni è causa di stress emotivo e infelicità, forse solo a livello inconscio, ma creerà sicuramente sensi di colpa che sarà difficile perdonarsi. Il danno provocato è sempre maggiore del risultato che si avrebbe avuto ricercando la propria beatitudine.

Un esempio sono i genitori che si sacrificano per i propri figli. Spesso questo gesto condiziona negativamente lo sviluppo dei bambini. Non voglio dire che i genitori siano cattive persone in questo caso, ma a causa del loro sacrificarsi poi magari si aspettano che anche i figli lo facciano. I ragazzi devono vivere la loro vita, trovare la propria strada, non possono prendere a prestito i valori dei genitori, non dovranno cantare la loro canzone, ma dare voce alla propria.
La conseguenza di questo modello famigliare è che i genitori che si sacrificano per i figli saranno almeno un po’ infelici, e forzeranno i bambini a sacrificarsi a loro volta rendendoli infelici, tramandando la prassi di generazione in generazione. I figli faranno lo stesso con i propri bambini dicendo: «Noi ci siamo sacrificati per i nostri genitori, adesso tocca a voi».
Fare qualcosa per la propria felicità, per la propria beatitudine non è egoistico, anzi contribuirà a spezzare questo inutile circolo vizioso. All’inizio magari potrebbe esserci qualche disagio, ma alla lunga nessuno perderà nulla, anzi accadrà il contrario. Chi si sente meglio sarà più amorevole verso gli altri e gli altri di conseguenza lo saranno anch’essi.

By WENZ

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