La conoscenza è un obiettivo inseguito da molti. Si ha quasi la sensazione che essa possa liberarci da qualcosa che ci opprime oppure riempire un vuoto. Eppure tradizionalmente si è sempre detto “Beato l’ignorante!”, vi siete mai chiesti il perché?
Nella visione di G. Gurdjieff, la conoscenza è qualcosa che riempie, ma il contenitore che viene riempito da essa è altrettanto importante. Esso è l’essere. Così se la conoscenza aumenta, lo può fare solo fino a un certo punto se non è accompagnata da una crescita dell’essere che la accoglie.
A cosa serve una conoscenza che non ci dona anche un equilibrio? E poi che cosa è la vera conoscenza?
La conoscenza non è qualcosa che semplicemente si legge, ma un’esperienza che si fa con tutto il proprio essere. La meditazione, la preghiera, la consapevolezza, il lavoro sulle proprie caratteristiche emotive, fisiche e psicologiche costituiscono la ricerca sulla crescita dell’essere.
Una persona semplice, con una conoscenza limitata, potrebbe comunque aver affrontato un lungo percorso sul proprio essere, e aver acquisito così una grande saggezza, grazie alle proprie esperienze. Nel contempo potrebbe non aver sviluppato una corrispondente conoscenza, ma questo non gli causerà problemi di equilibrio. Però è certo che non si sentirà spinto a ricercare qualcosa in più di quello che già è.
Nel caso contrario, ovvero quello di una persona con grandi conoscenze dovute all’approfondimento e alla ricerca, ma che non abbia nel contempo sviluppato una crescita personale della propria consapevolezza, mancheranno solide basi per l’equilibrio dell’essere, e la conoscenza sarà vana.
Secondo Osho, la vera ricchezza, il vero dio sono accessibili solo tramite la saggezza, mai grazie al solo sapere.
by Wenz