“La consapevolezza è l’unica ricchezza, perché la morte non te la potrà sottrarre” (Osho).
Una frase come questa dovrebbe dare molto coraggio, invece, alcune persone pensano che parlare di morte sia in qualche modo sconveniente. Spesso si fanno gesti scaramantici quando si vede un carro funebre, o comunque si cerca di allontanare in qualche modo questo evento vissuto tragicamente dalla maggior parte degli individui. Perché c’è questa paura? Perché questo tabù?
Credo sia perché abbiamo paura che la morte ci porti via quello che siamo stati capaci di costruire in questa vita.
Quanti sognano di poter diventare celebri, di avere successo? Il successo e la fama, in fondo sono un modo per rimanere in vita anche quando non ci siamo più. Però è tutta un’illusione. Alla fine questo evento accadrà e noi torneremo da dove siamo venuti. Quando ce ne andremo, lasceremo in questo mondo tutto quello che possedevamo. Nessun potere, nessuna ricchezza, prestigio, niente potrà valere più. Tutto è momentaneo.
La consapevolezza è l’unica cosa che la morte non potrà toglierci, perché si può morire con consapevolezza, si può essere coscienti quando arriva questo momento, perché non lo si teme, ma anzi si accetta la chiusura del ciclo di questa vita. E se l’abbiamo vissuta tutta con consapevolezza, allora siamo stati ricchi, siamo stati felici, tutto ha avuto un senso. Il tesoro che dobbiamo coltivare di più è questo.