Spesso si dice che usiamo una piccola parte del nostro cervello, ma quest’affermazione non è scientificamente vera. La qualità della nostra mente non dipende da quanto cervello usiamo, ma da come lo usiamo.
Molti, parlando delle nostre capacità mentali, sostengono che non usiamo tutto il cervello, ma solo una piccola parte di esso, sottintendendo così che potremmo migliorare molto le nostre performance mentali. Premettendo che molti individui possono facilmente migliorare le loro “scialbe” menti, bisogna però ammettere che non è affatto vero che la mente umana non sia usata. I processi mentali energetici e chimici hanno luogo, ma non sono sincronizzati a dovere.
La psicologia e la psicanalisi sostengono che vi sia una grossa parte del nostro essere che rimane inconscia, e cioè un insieme di qualità, personalità, sentimenti, emozioni, comportamenti, e quant’altro, di cui non siamo consapevoli. Usare meglio la nostra mente, significa divenire consapevoli di tutta quella parte che è per lo più celata e lasciare che possa anch’essa concorrere alle nostre azioni.
Per capire meglio questo concetto voglio fare un esempio pratico: supponiamo che il nostro essere sia una nave a remi. Per fare in modo che la nave segua la giusta rotta e che raggiunga la meta nel minor tempo possibile, dovremmo tenere sotto controllo molti elementi, questa sarebbe la consapevolezza. Diciamo che la parte cosciente della mente potrebbe essere il capitano della nave. Egli dovrebbe avere obiettivi chiari e raggiungibili, che sarebbero le rotte di navigazione da seguire, ed essere disposto a modificarli nel caso vi siano avversità impreviste (vedi spirito di adattamento). Se il capitano è troppo distratto (non è molto cosciente della situazione) potrebbe avere molti problemi. Ad esempio potrebbe non accorgersi che il timoniere non segua bene la rotta. Oppure che la vedetta dorme e non segnala niente. Il timoniere, la vedetta, il nostromo ed altri importanti membri dell’equipaggio sono in superficie, e non dovrebbe essere difficile per il capitano controllarli, ma che dire di chi sta sotto coperta? Potrebbe esserci molta più gente sotto che sopra. Gli addetti ai remi potrebbero non essere ben coordinati, qualcuno addirittura forse rema contro. In cucina nessuno prepara i pasti, oppure nessuno ripara la nave nel caso di qualche perdita.
Insomma, se ogni tanto il capitano non scende giù a controllare quel che succede, se non cerca di soddisfare le esigenze più elementari del suo equipaggio venendo incontro alle richieste della ciurma, la nave potrebbe viaggiare male e lentamente. Nei casi più gravi si potrebbe persino verificare un ammutinamento.
Tutti abbiamo la nostra nave, per cui non è vero che non la usiamo. Inoltre tutti navighiamo dal momento in cui siamo nati. La differenza sta nel modo in cui siamo consapevoli di essere un sistema molto più complesso di quel che si vede in superficie. Il segreto per usare meglio la nostra mente credo sia questo, e cioè un equilibrio tra quel che vogliamo fare e quel che risulta dall’equipaggio che abbiamo a disposizione. Cercando di ottenere il meglio da tutto grazie alla consapevolezza e all’elasticità mentale.
Come capitani, siamo tutti bravi a proporci degli obiettivi, e cercare di compiere azioni per raggiungerli. Non tutti siamo altrettanto bravi nell’osservare ciò che accade al di fuori della nostra superficie e trovare l’equilibrio giusto nei tempi giusti. Questa è la vera arte della mente: equilibrio tra pensiero, azione ed osservazione.
by Wenz