Nada Yoga: la musicoterapia orientale

Musicisti Indiani

Il Nada Yoga, o yoga del suono, è una disciplina orientale che utilizza il suono, i mantra e la musica al fine di raggiungere un’integrazione armoniosa tra corpo, mente e spirito.

Che cosa succederebbe se durante un concerto l’orchestra, il cantante e il direttore non fossero ben coordinati? Probabilmente la musica sarebbe fuori tempo e voi rivorreste i soldi del biglietto. E’ un po’ quello che succede quando l’uomo non vive in armonia e le sue parti sono scollegate. Se il corpo, la mente e l’anima funzionano per proprio conto, in modo separato, non può crearsi nessuna armonia, nessuna musica. In questo caso la nostra vita è caratterizzata da frastuono e assenza di ritmo.
Possiamo infatti paragonare l’essere umano a uno strumento musicale, che per essere suonato e produrre una musica sublime, deve essere in armonia con se stesso. La nostra musica è solo potenziale se non ci abbandoniamo, se forniamo resistenza rimanendo rigidi sarà impossibile far vibrare in noi quella musica particolare che viene detta nada, da qui deriva Nada Yoga.

Quando siamo in uno stato di armonia e abbandono, diventiamo un’unità organica, siamo un tutt’uno e funzioniamo in quanto tale, allora percepiamo una musica particolare, nel silenzio del nostro abbandono. E’ la beatitudine, è nada e noi dobbiamo diventare quell’unità organica .

Musicoterapia: il suono che ti cura

Per le dottrine orientali il suono è molto importante, da cui l’utilizzo dei Mantra, sillabe simboliche che producono effetti psico-fisici su basi rigorosamente logico-matematiche.

Detto questo, non mi stupisco se un individuo con problemi psicologici, per esempio affetto da autismo, possa trarre grande beneficio dall’utilizzo della musica e degli elementi musicali in un contesto terapeutico guidato dal musicoterapeuta.
La musicoterapia è quindi una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società. Da un punto di vista scientifico, invece, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici a esso inerenti.
Mentre nel Nada Yoga sono studiati e sperimentati da migliaia di anni le influenze benefiche del suono, e quindi della musica, sull’uomo in condizione di salute normale, la musicoterapia è una disciplina occidente che si propone obiettivi simili ma nel contesto della malattia. Questa, a parere mio, è una grande differenza tra l’approccio orientale e quello occidentale. Per noi una cosa diventa importante solo quando ha applicazioni di recupero e reintegrazione, e sono solo pochi decenni che ce ne occupiamo, mentre dall’altra parte ci si preoccupa del benessere delle persone sane, perché stiano meglio ancora prima di ammalarsi, e questo da centinaia di anni (vedi prima tra tutte la psicologia).
L’ideale sarebbe un’integrazione tra le due cose, una fusione. Probabilmente avremmo il vero “sapere” che ancora ci sfugge. Il maestro spirituale Osho auspicava che l’unione tra occidente e oriente avrebbe fornito un superuomo, chissà che prima o poi non succeda davvero.
Tornando alla musicoterapia, è certamente ottima per alcuni pazienti, perché essi diventano parte attiva della terapia; vi è un rapporto di fiducia e accettazione incondizionata col terapeuta; le tecniche sono adattate e personalizzate volta per volta; avviene uno scambio reciproco di proposte tra paziente e musicoterapeuta; si stabilisce di un legame tra il musicoterapeuta e il paziente grazie al suono.
E soprattutto non ha controindicazioni, come invece hanno gli psicofarmaci.

Mantra e Japa Yoga

Il silenzio, come assenza di suono, non esiste in natura, tutto si muove, tutto è vibrazione. Anche nel luogo più isolato dell’universo esiste vibrazione, energia in movimento o materia, se preferite. Solo che noi, con i nostri sensi limitati, non siamo in grado di percepirla. Sentiamo solo una limitata gamma di frequenze e ignoriamo le altre, che vengono dal cosmo o da esseri e oggetti vicini a noi. Questa energia è un linguaggio sottile che agisce su di noi in modo positivo o negativo.
“In principio era il Verbo” (Gv 1,1). Pensandoci bene questa frase della Bibbia (Vangelo di Giovanni) può essere facilmente ricondotta a un primo suono iniziale. Anche la teoria del Big Bang ha portato gli scienziati a ricercare una frequenza particolare che esiste in tutto il cosmo. Per lo yoga il suono è fondamentale nell’evoluzione dell’universo, e questa vibrazione iniziale è detta Nada.
Questo concetto, la filosofia indiana, lo riprende con l’uso del mantra, un insieme di suoni che aiutano a interiorizzare la mente e agiscono con le loro frequenze anche sul piano fisico, permettendo alla coscienza di staccarsi dal piano sensoriale e di unirsi alla vibrazione del mondo.
La pratica del mantra è conosciuta come Japa Yoga ed è costituita dalla ripetizione di una o più sillabe a voce alta, sottovoce o solo mentalmente. Per contarle si può ricorrere all’utilizzo di un rosario detto mala.

Sri Vemu Mukunda

Sri Vemu Mukunda: Yoga del suono

Sri Vemu Mukunda nacque l’11 Marzo 1929 a Bangalore e morì a Londra il 4 Febbraio 2000. La sua appartenenza ad una famiglia agiata gli permise di poter compiere studi musicali in India, dove divenne un ottimo strumentista di Vina, il principale strumento a corde dell’india del Sud, e di completare i suoi studi universitari in Fisica nucleare a Glasgow, in Gran Bretagna.
Vemu Mukunda ha detto più di una volta ai propri allievi: «Come la luce, se focalizzata e indirizzata in modo particolare, può uccidere o guarire, così può succedere per il Suono». E aggiungeva: «Torniamo al Suono; allontanandoci dalla vibrazione originaria e creatrice ci siamo persi e ci siamo scollegati dalla nostra fonte di energia spirituale».
Tornare al suono come fonte di equilibrio e di benessere, perché l’essere umano è capace di suonare e risuonare indipendentemente dal fatto che sappia cantare, suonare o che conosca la musica.
L’essere umano entra in vibrazione con la totalità del corpo e può considerarsi racchiuso in tre ottave sonore: immaginiamo di trovarci davanti la tastiera di un pianoforte e suonando i tasti bianchi in sequenza, a partire dal DO centrale, andiamo a raggiungere il terzo DO a destra. In questo modo abbiamo percorso idealmente le potenziali sonorità delle tre ottave del nostro corpo.
Le nostre risonanze appaiono evidenti nella voce, che cambia frequenza in base agli stati d’animo, alle emozioni e alle sofferenze fisiche, così come è la nostra voce, per prima, a evidenziare gioia e benessere.
Lo Yoga del Suono è una via armonizzante per il corpo, la mente e lo spirito e la pratica del mantra Om/Aum, a detta di tutti i Maestri, è una delle pratiche principali.

Il mantra OM nel Nada Yoga

Nella letteratura vedica, è consigliato in diversi testi di meditare a lungo e in molti modi su questa semplice sillaba, per liberarsi dalle impurità seguendo l’insegnamento dei maestri.
I motivi della potenza del mantra OM risiedono nella sua valenza simbolica, poiché esso permette di richiamare la vibrazione originale della creazione, e intonato su note determinate, consente un uso appropriato dell’energia regolata dalla respirazione (Prana).
Ecco alcuni consigli pratici su come intonarlo:
Intonato sulla nota SOL grave armonizzerà il nodo psichico localizzato in prossimità dell’ombelico, Brahama Granthi, se lo si canta sulla nota RE l’energia si localizzerà vicino al cuore, nel nodo Vishnu Granthi, alzandolo al SOL acuto l’energia sarà indirizzata a Rudra Granthi al centro della fronte sopra gli occhi.
Ognuno di questi nodi energetici porterà all’armonizzazione di una particolare forma di energia, inoltre allungando il suono della vocale O piuttosto che della consonante M saranno più interessati aspetti legati alla vita quotidiana oppure della meditazione silenziosa (FONTE).

Nada Yoga: Il mantra AUM

Secondo l’induismo sarebbe il suono primordiale da cui ha origine la manifestazione, la sintesi e l’essenza di ogni mantra. L’AUM racchiude in sé l’energia della Trinità Divina e crea una sensazione di “qualcosa che sale verso l’alto”, creando una vibrazione sonora di tipo ascendente.
Eccone una descrizione nei versetti 137 – 139 della Upanishad: “… così un loto ha sede nel cuore… quando, proferendo OM, lo yogin pronuncia la vocale A, il loto si raddrizza, ed è aperto quando si pronuncia U; con la nasale M, l’OM è completo…”.
La vocale A armonizza il momento presente, la vocale U apre agli altri esseri viventi e la consonante M armonizza la parte spirituale.
Ecco un esercizio pratico per meditare con il mantra AUM: in posizione di meditazione (fior di loto, del saggio, o qualsiasi altra posizione seduta che permetta di stare comodamente con la schiena diritta senza fastidio) possiamo intonare il mantra AUM su un suono e ripeterlo, ad esempio sulla nota SOL grave, magari aiutandoci con la chitarra, con una tastiera, oppure con una base preregistrata. Oppure possiamo intonare A sul sol grave, U salendo sul RE e M sul SOL piè acuto.

La tonica personale

Il principio base del Nada Yoga è che ogni “elemento” (uomini, animali, vegetali, minerali, molecole, atomi, etc.) ha una propria vibrazione naturale.
Seguendo questo concetto ne risulta che esiste un suono personale, detto “tonica” (chiamata anche “personalissima musica”, “Dna sonoro” o “impronta vocale”), che è proprio di ogni individuo. Questo suono ha un’altezza stabile nel tempo e cambia solo quando avvengono grandi mutamenti nella vita del soggetto.
Grazie ad appositi esercizi messi a punto da Mukunda, è possibile scoprire la propria nota base e, intonandola, si può ritrovare l’armonia con il nostro Io più profondo. Si tratta quindi di una forma di meditazione “musicale”.
La tonica personale è una faccenda delicata, perché si tratta del suono a cui ogni persona è più sensibile, quindi per essere sicuri di trovare quello giusto è meglio affidarsi a un operatore esperto. Tuttavia, siccome molti lettori saranno curiosi, darò alcune indicazioni su come localizzare la tonica e avere un’idea di massima di cosa significhi quella particolare nota.
Tenete a portata di mano una tastiera o un altro strumento musicale ben intonato. Sdraiatevi sul pavimento (utilizzate un tappetino) nella zona più silenziosa della casa. Rilassatevi rimanendo almeno cinque minuti con gli occhi chiusi. Cominciate a cantare, o meglio ancora a mormorare per alcuni secondi. Cercate quindi sulla tastiera la nota che corrisponde al suono emesso. Questa nota sarà molto vicina o corrisponderà alla vostra tonica personale.
Ecco riportate le descrizioni delle varie note*:
SI – Tonica disarmonica, individuo egocentrico bugiardo anche con se stesso. A volte geniale tende a prevalere sugli altri per il desiderio di autoaffermazione. Il suo compito è di imparare a essere più umile e sincero con se stesso e gli altri.
SIb – Tonica dinamica e armonica, individuo solitario e ambizioso che desidera affermarsi attraverso lo studio e la ricerca, diviso tra desiderio di concretezza e aspirazione al successo personale. Il suo compito è di compiere studi e ricerche per il bene dell’umanità.
LA – Tonica stabile e armonica, persona attiva, dotata di senso pratico e di grandi capacità organizzative. Ha la stoffa del dirigente. Il suo compito è di trovare il lato spirituale nella quotidianità.
LAb – Tonica dinamica e armonica. Persona fredda e cerebrale, diviso tra desiderio di concretezza e immenso desiderio di spiritualità che spinge verso l’alto. Il suo compito è mediare tra energie spirituali e terrene.
SOL – Tonica stabile e armonica. Rappresenta la nota cosmica e dà spiritualità alla persona. Individuo tranquillo e armonioso, ma anche carismatico. Il suo compito è indicare la via verso l’infinito.
FA# – Tonica dinamica e armonica. Individuo socievole, amante della vita all’aria aperta, creativo in qualunque campo, desideroso di lasciare un segno che rimanga. Il suo compito è creare qualcosa di nuovo per l’umanità.
FA – Tonica stabile e armonica, individuo intuitivo, può essere un sensitivo naturale. Possiede grande energia in tutto il corpo e questa consapevolezza lo rende davvero vivo. Il suo compito è mediare tra il rumore della quotidianità e il silenzio della meditazione.
MI – Tonica disarmonica. Personalità molto forte, dominatrice fino alla prepotenza, grosso Ego difficile da gestire, atteggiamento subdolo e tendenza alla falsità. Il suo compito è ridimensionare il suo Ego smisurato.
Mib – Tonica dinamica e armonica. Individuo curioso e dinamico, ma anche invadente, grande desiderio di conoscere. Per la paura di perdere qualcosa rischia di essere possessivo. Il suo compito è seminare il dubbio, smuovere gli immobilismi.
RE – Tonica stabile e armonica. Individuo molto concreto, consapevole dei suoi limiti e dei suoi pregi, desideroso di essere pienamente essere umano, abitante della Terra. Il suo compito è riconciliarsi con la Terra.
REb – Tonica dinamica e armonica. Individuo artista e sognatore, che auspica il ritorno a una vita semplice e naturale. Probabili sofferenze causate dal conflitto tra la realtà e le sue aspirazioni. Il suo compito è realizzare le migliori aspettative del genere umano.
DO – Tonica stabile e armonica. Individuo generoso, idealista ed equilibrato. Innata conoscenza di sé, dell’umanità e della compassione. Gli spiace che il mondo non sia come egli lo sente. Il suo compito è ricordarci che il cielo può esistere anche sulla Terra.

*Le spiegazioni sono tratte dall’articolo “Curarsi con le note” di Giorgio Lombardi.

Cfr. La tonica personale nel Nada Yoga

Il canto armonico

Il canto armonico, in inglese overtone singing, è una tecnica di canto nella quale il cantante sfrutta le risonanze che si creano nel tratto vocale che si trova tra le corde vocali e la bocca, per far risaltare gli armonici presenti nella voce.
Gli armonici sono frequenze sottomultiple di quella del suono principale emesso, che con questa tecnica possono essere prodotte simultaneamente da una singola voce. Questo utilizzo della voce, sebbene con differenti tecniche e stili, è presente in molte culture, soprattutto orientali.
All’apice del Nada Yoga, sta appunto il canto armonico, essendo esso una forma molto raffinata di utilizzo dell’emissione vocale. Il suono ottenuto con questa tecnica è detto “suono anahata”, cioè suono non manifesto della teoria Hindu.
La pratica di questo tipo di canto porta innanzitutto ad ampliare le capacità di ascolto di sé e del mondo esterno: tale attitudine permette di andare a fondo nella consapevolezza e di raggiungere stadi meditativi che espandono la coscienza. Il suono armonico produce una trasformazione graduale della persona, andando ad aprire ed attivare tutti i chakra, i centri sottili, armonizzandoli ed equilibrandoli. Quindi l’aggettivo armonico, in questo caso, non è riferito solo agli armonici del suono, ma anche allo stato psicofisico del soggetto che lo pratica.


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